Coca Cola, Bevande industriali, Zuccheri e Ingredienti.
Mi è stato chiesto di commentare un articolo che gira in rete sulla pericolosità della Coca Cola per la salute. L’articolo è in parte esagerato e eccessivo, pur tuttavia serve per mettere in guardia chi abusa di questa bevanda. La Coca Cola è davvero una pessima bevanda, così come tutte le bevande zuccherate e pieni di coloranti e conservanti. Contiene zucchero semplice che è la principale causa di diabete e sindrome metabolica. Pensa che mezzo litro di limonata venduta nei supermercati contiene qualcosa come 16 cucchiai di zucchero! Negli USA molte ricerche a favore di zuccheri semplici sono state finanziate dalla FONDAZIONE PER LA NUTRIZIONE S.P.A., che annovera al suo interno compagnie americane e raffinerie di zucchero, la Coca Cola, la Pepsi Cola, la Dolciumi Curtis, la General Foods, la General Mills, la Nestlé, la Latte Pet, la Biscotti Sunshine e altre, per un totale di oltre 45 compagnie dello stesso genere. La prossima volta che leggi uno studio scientifico vedi prima chi lo ha finanziato e poi credi a quello che dice. Si dice che lo zucchero è puro al 99,9% (il sapone lo è al 99,4%!). Ma non ti hanno detto che lo zucchero è puro perché è stato privato di sali minerali, vitamine, proteine attraverso il processo di raffinazione che dalla canna da zucchero arriva fino al prodotto finito. Lo scienziato Dr. M.O. Bruchner, specialista delle malattie interne, primario dell’ospedale Eben Ezer, LemgoLippe (Germania), a conclusione delle sue ricerche scientifiche e delle sua attività quale medico pratico, dice: “L’uomo necessita di idrati di carbonio per la sua attività, quali fattori di energia. Lo zucchero è un idrato di carbonio”; di conseguenza potresti pensare che lo zucchero sia uno degli alimenti più favorevoli per produrre energia. Non è proprio così. Lo zucchero che trovi nella tua cucina distrugge tutte le diverse vitamine del gruppo B. La vitamina B1, ad esempio, è necessaria per la trasformazione dei carboidrati. Quanto più zucchero viene introdotto, tanto maggiore è il fabbisogno di Vitamina B1, poiché esso la asporta. Ti sei mai chiesto come mai i cereali del mattino sono arricchiti con vitamine soprattutto del gruppo B? E’ perché senza di esse il corpo andrebbe incontro a tanti problemi. Nel suo libro “La danza col Diavolo“, G. Schwab descrive la lavorazione della barbabietola da zucchero in tale modo: “Il succo zuccherino proveniente dalla prima fase della lavorazione della barbabietola o della canna da zucchero, viene sottoposto a complesse trasformazioni industriali: prima viene sottoposto a depurazione con latte di calce che provoca la perdita e la distruzione di sostanze organiche, proteine, enzimi e sali di calcio; poi, per eliminare la calce che è rimasta in eccesso, il succo zuccherino viene trattato con anidride carbonica. Il prodotto quindi subisce ancora un trattamento con il velenosissimo acido solforoso per eliminare il colore scuro; successivamente viene sottoposto a cottura, raffreddamento, cristallizzazione e centrifugazione. Si arriva così allo zucchero grezzo. Da qui si passa alla seconda fase di lavorazione: lo zucchero viene filtrato e decolorato con carbone animale e poi, per eliminare gli ultimi riflessi giallognoli, viene colorato con il colorante blu oltremare o con il blu idantrene (proveniente dal catrame e quindi cancerogeno). Il prodotto finale è una bianca sostanza cristallina che non ha più nulla a che fare con il ricco succo zuccherino di partenza e viene venduta al pubblico per zuccherare (avvelenare) gran parte di ciò che mangiamo.” Per poter essere assimilato e digerito, lo zucchero bianco “ruba” al nostro corpo vitamine e sali minerali (in particolare il calcio e il cromo) per ricostituire almeno in parte quell’armonia di elementi distrutta dalla raffinazione. Le conseguenze di tale processo digestivo sono la perdita di calcio, nei denti e nelle ossa, con l’indebolimento dello scheletro e della dentatura. Ciò favorisce la comparsa di malattie ossee (artrite, artrosi, osteoporosi, ecc.) e delle carie dentarie. A livello intestinale provoca processi fermentativi con produzione di gas e tensione addominale e l’alterazione della flora batterica con tutte le conseguenze che ciò comporta (coliti, stipsi, diarree, formazione e assorbimento di sostanze tossiche, ecc.). Nel 1957 il Dr. William Coda Martin tentò di rispondere alla seguente domanda: “Quand’è che un alimento è tale e quando invece è un veleno?” La sua definizione di veleno era, dal punto di vista fisico: “Qualsiasi sostanza che inibisce l’attività di un catalizzatore che sia una sostanza secondaria, chimica o un enzima che attiva la reazione.” Il Dr. Martin aveva classificato lo zucchero raffinato come veleno poiché esso è stato privato delle sue forze vitali, vitamine e minerali. “Quello che resta consiste di carboidrati puri, raffinati. Il corpo non può utilizzare questi amidi e carboidrati raffinati a meno che le proteine, vitamine e minerali eliminati non siano presenti. La Natura fornisce questi elementi a ciascuna pianta in quantità sufficienti a metabolizzare i carboidrati della pianta in questione. Il metabolismo incompleto dei carboidrati risulta nella formazione di ‘metabolita tossico’ quale l’acido piruvico nonché zuccheri anormali che contengono cinque atomi di carbonio. L’acido piruvico si accumula nel cervello e nel sistema nervoso mentre gli zuccheri anormali fanno altrettanto all’interno dei globuli rossi. Questi metaboliti tossici interferiscono con la respirazione delle cellule le quali non possono ottenere sufficiente ossigeno per sopravvivere e funzionare normalmente.” Il Dott. Weston A. Price, negli anni ’30, viaggiò per tutto il mondo studiando l’alimentazione di varie popolazioni. Scoprì che quelle con meno problemi di salute e di assenza di carie erano quelli che non conoscevano lo zucchero bianco. Gli zuccheri industriali, come pure lo zucchero d’uva fabbricato sinteticamente, sono isolati “chimicamente puri”, che nel corpo agiscono ben diversamente. Per la loro decomposizione e disposizione necessitano delle stesse vitamine e sostanze minerali come tutti gli zuccheri di frutta e amidi naturali, ma questi ultimi contemporaneamente li forniscono, mentre gli altri ne privano il corpo, impoverendolo da un lato e disorientando le sue funzioni dall’altro. Torniamo alla coca cola e agli altri suoi ingredienti. Prima però un po’ di storia. Il giornalista e scrittore William Dufty, nel suo libro “Sugarblues”, descrive la storia della Coca Cola. “All’inizio del XVII secolo, un viaggiatore italiano in Sud America scoprì che gli indios masticavano tutto il giorno delle foglie di coca per ottenere più energia… In Africa occidentale i nativi usavano ‘tirarsi su’ masticando le mandorle dell noci di cola (ricca di caffeina e dello stimolante colanina)…L’abitudine a bere Coca Cola fu, nel Sud, all’origine di un business di molti miliardi di dollari, fin quando la Coca Cola non fu portata in Tribunale per adulterazione e falsa denominazione.” La compagnia fu condannata (vedi H. W. Wiley, “The History of a Crime Against the Food Law”). Oggi si è dimostrato che l’americano medio ingerisce circa due chili e mezzo(!) di prodotti chimici all’anno. E i prodotti light non sono più sicuri: saccarina, ciclammato, aspartame, in grosse quantità (litri di coca cola e bevande zuccherate e light all’anno) sono potenzialmente cancerogeni. Il ciclammato è stato vietato perché La Food and Drug Administration (FDA) ha avanzato sospetti sulla tossicità, non escludendo l’ipotesi che possa trattarsi di un composto cancerogeno. La saccarina è venduta negli USA con l’avvertimento che “è stata provata cancerogena sulla vescica di animali da laboratorio”. Uguale sorte è toccata all’aspartame. Sì, mi potrai obiettare tu, sono cancerogeni su animali o sull’uomo? E non in piccole quantità! Hai ragione, ma io alla mia vescica ci tengo e non sono disposto a scoprire se è cancerogena anche per l’uomo (non vedi quante morti per cancro e tumore ci sono oggi giorno? Che altro ti serve per capire che mangiamo cibo non sano?). Vuoi parlare delle grosse quantità? Una persona attenta come te saprà bene quante grosse quantità di bibite vengono bevute ogni giorno. Il liquido zuccherato è gustoso e viene giù che è una meraviglia! Le statistiche mostrano che il 25% dello zucchero consumato negli USA raggiunge lo stomaco sottoforma di bibite zuccherate. Nel 1951 un medico della marina americana, il Dott McCay, fece delle ricerche interessanti. L’Istituto di ricerca medica della Marina provò ad immergere dei denti umani in una bevanda a base di cola e li videro diventare friabili e dissolversi in poco tempo (W. Longgood, “The Poisons In Your Food”). Il dottore disse che “L’acidità delle coche è all’incirca pari a quella dell’aceto. L’alta quantità di zucchero maschera l’acidità e i ragazzi non si rendono conto che stanno bevendo questa strana mistura di acido fosforico, zucchero, caffeina, coloranti e aromatizzanti”. Continua ad ascoltarmi, scoprirai nuove notizie sulla bevanda zuccherata più nota sul mercato. La Coca Cola contiene un pessimo colorante e un ancor più pessimo acido, l’acido fosforico. Il colorante E150d è creato lavorando lo zucchero con l’ammoniaca e uno studio pubblicato su Lancet Oncology, dell’aprile 2011, lo ha dichiarato potenzialmente cancerogeno (“è stato testato riguardo alla carcinogenicità in topi e ratti e ha causato l’aumento dell’incidenza dei carcinomi degli alveoli e dei bronchi nei topi maschi e femmina, e della leucemia nei topi femmina. Il meccanismo di carcinogenesi non è stato ancora chiarito”, spiega lo Iarc sulla rivista). La dose massima consigliata per questo colorante si raggiunge con il consumo quotidiano di una lattina di bibita (1.5 g di caramello in 330 ml) e 10 g di caramelle (3 g di caramello). L’uso regolare ovviamente è dannoso e non il saltuario. L’altro acido, quello fosforico, usato in molte bevande, è stato collegato, tramite studi epidemiologici, con la diminuzione della densità ossea. Per esempio, uno studio (Katherine L Tucker, Kyoko Morita, Ning Qiao, Marian T Hannan, L Adrienne Cupples and Douglas P Kiel, 2006) usando delle lastre ai raggi-X, a dispetto dei soliti questionari sulle fratture, dà come risultato delle evidenze importanti a supporto della teoria. Questo studio fu pubblicato nell’American Journal of Clinical Nutrition. Un totale di 1672 donne e 1148 uomini parteciparono allo studio tra il 1996 ed il 2001. Furono collezionate informazioni sulle diete usando un questionario (in cui si indicava anche l’ammontare di cola consumata, differenziando tra classica, light e decaffeinata). Lo studio evidenziava un significante riscontro statistico sulle donne che consumavano quotidianamente cola. Lo studio suggeriva anche ulteriori ricerche per confermare i risultati ottenuti. Dall’altro lato, uno studio eseguito dalla Pepsi ha suggerito che un insufficiente apporto di fosforo poteva portare ad una diminuzione della densità ossea. Lo studio non esaminava gli effetti dell’acido fosforico, che nel tratto digestivo si lega con il magnesio ed il calcio creando sali non assorbibili dal corpo umano, ma dell’apporto di fosforo. Il consumo di cola è stato anche associato con problemi cronici ai reni e calcoli renali. Ti racconto una storia: una volta ero dal dentista per curare una carie, dopo la cura il dottore mi spruzzò un acido sul dente. Mi disse di non ingoiare assolutamente. Gli domandai, quindi, incuriosito che cosa fosse quell’acido, e lui mi rispose dicendo che è lo stesso acido che è presente nella coca cola! A te interessa più l’appagamento momentaneo di un desiderio di gola o il più nobile traguardo di rimanere forte, magro e in salute per molto tempo? La mia scelta l’ho già fatta, ora spetta a te.
12.06.2013