Cervello-midollo.jpg

Un nuovo farmaco, che i neurologi inizieranno presto a testare sull’uomo, potrebbe aiutare i medici a diagnosticare la sclerosi multipla (SM) – e identificare lo stadio della sua progressione – con maggiore precisione. La Sclerosi Multipla (SM) è una condizione neurologica incurabile che colpisce il sistema nervoso centrale. I suoi sintomi, che possono includere rigidità muscolare, movimenti incontrollati e problemi di equilibrio, tra le altre cose, possono diventare invalidanti.

Sebbene non sia chiaro quante persone vivano con la Sclerosi Multipla (SM), le stime del National Institute of Neurological Disorders and Stroke suggeriscono che circa 250.000 – 350.000 persone negli Stati Uniti da soli hanno questa diagnosi. Nonostante il fatto che la sclerosi multipla colpisca così tante persone negli Stati Uniti e altrove e che possa portare a disabilità e riduzione della qualità della vita, i medici incontrano spesso difficoltà nella diagnosi e nella misura in cui ha colpito il sistema nervoso.

Presto, tuttavia, questa situazione potrebbe cambiare, grazie a un nuovo farmaco diagnostico sviluppato dai ricercatori della Case Western Reserve University, a Cleveland, OH. Il team, guidato dal neurologo Prof. Yanming Wang, ha creato un farmaco – “Myeliviz” – che può legarsi alla mielina, il rivestimento che protegge i nervi, aiutandoli a funzionare correttamente.

Nella Sclerosi Multipla (SM), la mielina viene danneggiata. Di conseguenza, i nervi subiscono anche alcuni danni e smettono di funzionare efficacemente, portando ai vari sintomi della malattia. Il neurologo prof. Wang e i suoi colleghi ritengono che, dopo aver somministrato Myeliviz, saranno in grado di utilizzare uno scanner PET per tracciare la presenza del farmaco nei nervi e creare immagini accurate del danno alla mielina e ai nervi all’interno.

I neurologi hanno ora annunciato di aver ricevuto l’approvazione della Food and Drug Administration (FDA) per avviare studi clinici sull’uomo e testare l’efficacia di Myeliviz come strumento per diagnosticare la SM. Spiegano anche di aver ricevuto finanziamenti – una sovvenzione di $ 1,7 milioni – dal National Institutes of Health (NIH) per sostenere questi prossimi studi clinici.

La mielina non è mai stata fotografata direttamente prima“, sottolinea il neurologo prof. Wang. “La nostra tecnica è la prima a farlo, e speriamo che ciò fornisca una diagnosi precoce e più accurata della SM. L’obiettivo è consentire ai neurologi specialisti di diagnosticare in modo più inequivocabile la Sclerosi Multipla (SM) e monitorare la progressione della malattia e i processi di riparazione”. I neurologi spiegano che somministreranno il farmaco per via endovenosa e quindi eseguiranno scansioni PET.

Se la mielina ha subito danni, il team ritiene che questo si rifletterà come punti scuri sulla scansione perché, in questo caso, Myeliviz sarà stato in grado di legarsi in modo non uniforme alla mielina rimanente. Riconoscere questo danno aiuterà i medici a diagnosticare precocemente la SM, poiché, nota il team, la condizione inizia ad attaccare il sistema nervoso centrale prima di produrre sintomi visibili.

L’uso del nuovo farmaco potrebbe anche consentire ai neurologi specialisti di determinare l’entità del danno al sistema nervoso della persona e prescrivere trattamenti più appropriati. “Myeliviz potrebbe essere l’anello mancante nella ricerca di una cura per la sclerosi multipla e altre malattie della mielina, fungendo da marker di imaging specifico e quantitativo per la diagnosi precoce e la valutazione sensibile e quantitativa di nuove terapie attualmente in fase di sviluppo”, afferma Chunying Wu, Ph.D., che ha sviluppato il farmaco.

I neurologi specialisti suggeriscono anche che l’uso di Myeliviz e le scansioni PET potrebbero sostituire le scansioni MRI nella diagnosi della SM. Le scansioni MRI sono attualmente lo strumento diagnostico di riferimento e possono indirettamente immaginare la mielina. Tuttavia, osserva il team, queste scansioni non sono molto utili per aiutare i neurologi specialisti a monitorare la progressione della condizione.

E gli scienziati sperano che il nuovo metodo possa essere utile, non solo nella diagnosi e nel monitoraggio della SM, ma anche nel supportare la salute del cervello in modo più ampio. “Myeliviz può fornire un monitoraggio continuo e migliorato della salute del cervello in generale e aiutare gli scienziati a misurare con maggiore precisione l’efficacia dei trattamenti in numerose malattie neurologiche, come epilessia, ictus, neuro degenerazione, tumore e trauma nel cervello e nel midollo spinale”, commenta il Dr. Mykol Larvie, che è il direttore del neuroimaging funzionale presso la Cleveland Clinic e che ha guidato il processo di candidatura della FDA.

Dott.ssa Maria Mastrullo
Specialista in Neurologia 


MastrulloMaria.jpg

Per molti è solo un incidente di percorso, per altri rappresenta un problema di salute rilevante, si tratta della cefalea, un disturbo che negli ultimi anni è salito decisamente alla ribalta. La maggior parte di queste cefalee sono definite “primitive” cioè sono nel contempo sintomo e malattia. Per verificarle va eseguito un attento controllo dell’individuo, comprendente tra l’altro una ricostruzione della storia personale, l’andamento temporale del disturbo e l’individuazione dei meccanismi di scatenamento. Sulle cause che determinano una cefalea primaria si discute ancora.  Al contrario sul fronte della cura oggi ne sappiamo molto di più.

Tre sono i gruppi entro i quali sono raccolte le varie forme di cefalea, caratterizzata da un dolore che si presenta con regolarità, che dura a lungo, accompagnato magari da altri sintomi e che, comunque, finisce per interferire pesantemente con le attività quotidiane: emicrania, cefalea tensiva e cefalea di varia natura ivi compresa la cefalea a grappolo.

Le donne sono le più colpite dall’emicrania, che si manifesta con dolore pulsante, per lo più monolaterale, variabile per frequenza, durata e intensità’. Vi si possono associare fenomeni come nausea, vomito, fastidio per la luce, per i rumori o fenomeni più gravi come vertigini, alterazioni della vista, formicolii. I fattori scatenanti le crisi emicraniche sono di origine emozionale, ormonale, alimentare, atmosferico.

È abbastanza frequente un’emicrania che insorge o è legata al periodo mestruale, così come è un fatto acquisito che alcuni alimenti come il cioccolato, i formaggi stagionati, i grassi ed altri ancora sono da considerarsi a rischio di emicrania. Frequenti sono anche le influenze sulla sfera sessuale.

La cefalea tensiva, caratterizzata, da una sensazione di peso alla testa, interessa tutto il capo, non peggiora con l’attività fisica e può durare giorni, mesi o anni.

Tra gli altri tipi quella che appare più chiaramente definita è la “cefalea a grappolo” così denominata per il raggrupparsi delle crisi.

Sul fronte del trattamento possiamo agire molto efficacemente sia con terapie farmacologiche sia con tecniche di agopuntura.

Dott.ssa Maria Mastrullo
Specialista in Neurologia 


Istituto Medico Chirurgico - Termoli aut. san. reg. n.138 del 31.08.2011